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Testo e foto: MINISTERO DELLA SALUTE
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Il gusto insieme all’olfatto permette di distinguere e riconoscere i diversi alimenti. Anche i cavalli come gli esseri umani possono avere delle preferenze nei confronti di alcuni cibi che mangiano e sembra, inoltre, che proprio attraverso il gusto siano facilitati ad identificarne il contenuto calorico.
Le preferenze come quelle per il trifoglio bianco o per il tarassaco incidono anche sull’appetito e quindi sulla quantità del cibo ingerito che, pertanto, non è solo legato al mantenimento dell’equilibrio biochimico dell’organismo ma è anche molto probabilmente riferibile al soddisfacimento del così detto “piacere del palato”.
Come per l’olfatto, il gusto è l’effetto dell’interazione di stimoli chimici con i recettori della mucosa. Analogamente a quanto accade per gli esseri umani anche i cavalli sembrano possedere vari recettori che gli rendono possibile la percezione del salato, del dolce, dell’aspro e dell’amaro.
Se il cavallo deficita nella dieta di alcune sostanze od oligoelementi sarà portato a preferire il consumo di quei cibi che li contengono.
Sembra che abbia dei recettori specifici per il sodio, un minerale fondamentale nella dieta, che gli consentono di percepirne la concentrazione nei diversi cibi. Tale capacità gli permette di scegliere quegli alimenti che ne contengono un quantitativo atto a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Cibi che possono causare malessere sono memorizzati dal cavallo che impara ad evitarli. Purtroppo però la capacità di individuare cibi tossici non è totalmente affidabile per questo occorre sempre fare attenzione alle possibili infestazioni di piante tossiche nei pascoli.
Come abbiamo visto il gusto rappresenta un senso molto importante e lo è anche perché implicato nel legame precoce che si crea tra mamma e puledro ed è probabile che lo sia anche nell’attività di tolettatura reciproca (grooming) tra due cavalli adulti. Quando si vuole far assumere al cavallo acqua con sali e altre sostanze in soluzioni, prima o alla fine di una performance, per aiutarlo a prevenire gli squilibri elettrolitici spesso ci si trova di fronte a cavalli che si rifiutano di bere proprio perché non gli piace il sapore. Alcuni ricercatori hanno dimostrato che i cavalli possono accettare di bere delle soluzioni purché l’aumento di concentrazione della sostanza sgradita disciolta nell’acqua sia molto graduale.
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