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Il cavallo (Equus caballus) è un mammifero ungulato erbivoro, quadrupede che si muove sulla punta dell’unghia.
Non avendo particolari organi di difesa verso eventuali predatori il suo unico mezzo di difesa è la corsa.
Perciò tutta la sua evoluzione è stata, per necessità di sopravvivenza, orientata verso una
specializzazione nella corsa.
Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più
tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia,
mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.
Lo scheletro del cavallo è costituito dalla colonna vertebrale, formata da vertebre che si articolano tra loro. E su questo vero e proprio asse di sostegno, che vanno ad inserirsi tutti e quattro gli arti. Per non dimenticare lo scopo prettamente pratico di questa trattazione, ci occuperemo nel dettaglio solo delle regioni di frequente riscontro clinico.
La testa del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze bianche che possono essere classificabili in:
Alla nascita il puledro è apparentemente privo di denti, ma già dopo la prima settimana di vita spuntano gli
incisivi superiori, ai quali seguiranno gli altri.
La dentatura da latte è composta da 24 denti: 6 incisivi superiori, 6 incisivi inferiori, 6 premolari superiori, 6
premolari inferiori. Nell'adulto il numero dei denti dipende dal sesso: 40 nel maschio e 36 nella femmina,
in particolar modo nel maschio sono presenti due canini (o scaglioni) superiori e due inferiori, che nella
femmina compaiono raramente. In entrambi i casi la dentatura è caratterizzata da uno spazio vuoto di nuda gengiva
denominato barra, tra incisivi e premolari nella femmina o tra canini e premolari nel maschio.
I denti sono un'utile elemento di valutazione per determinare l'età del cavallo, sia per l'inclinazione visibile di profilo ("tutto sesto", "sesto ribassato", "sesto acuto"), che per l'usura, che più il cavallo è anziano, più sarà evidente.
Il cavallo è un erbivoro monogastrico (= all'esofago segue direttamente un solo sacco stomacale) anche se in
parte atipico, perché riunisce i vantaggi di una digestione sia enzimatica (quale è quella dei monogastrici),
sia microbica (propria dei ruminanti). La digestione enzimatica permette di ottenere il miglior rendimento dai
glucidi, lipidi, proteine, evitamine, mentre le fermentazioni microbiche offrono la possibilità di trarre vantaggio
da alimenti fibrosi e da un reciclo di azoto. Per questo motivo il cavallo si adatta molto bene a svariati tipi
di regimi alimentari.
L'apparato digerente è formato da:
Fondamentale per una buona digestione, è la masticazione. In un cavallo infatti la capacità in litri dello stomaco è pari a 13-15 L mentre quella dell'intestino cieco è di 30-35 l. Per questo motivo il cibo si ferma nello stomaco solo per breve tempo, mentre permane a lungo nell'intestino nel quale avvengono le fasi più importanti del processo digestivo e di assimilazione (la digestione gastrica dura circa 6 ore, mentre quella intestinale va da 12 ore a 3 giorni!).
FONTE: wikipedia.org
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